mercoledì 20 febbraio 2013

Recensione "Les Miserables"

Miei carissimi lettori, come state? Purtroppo è passato molto tempo dall'ultima volta che ho pubblicato un post, ma gli impegni di studio richiedono la mia massima attenzione. Ma per farmi perdonare vengo a parlarvi del film più bello che abbia visto negli ultimi tempi, ovvero Les Miserables.

1815. Libertà, uguaglianza e fratellanza sono naufragati a termine della Rivoluzione francese. Luigi XVI viene ghigliottinato, ma un altro sovrano succede ad esso. Siamo a Parigi. Su un malconcio tricolore in mare si apre Les Misérables, film in forma di musical, diretto da Tom Hooper, premio Oscar per il ‘Discorso del Re’, e tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo. L’ormai nota, brillante e acclamata regia di Hooper riprende fedelmente il musical del 1980 di Claude-Michel Schonberg e Alain Boublil. A teatro l’opera è interamente cantata in ogni suo minuto e così accade in questa nuova pellicola. Il canto predomina su l’intero film alternato da piccole battute fatte di monosillabi, per un effetto, sicuramente impegnativo, ma maggiormente coinvolgente e allo stesso tempo commovente. Nella scena d’apertura assistiamo ad un irriconoscibile Hugh Jackman nei panni del protagonista Jean Valjean. Una scena visivamente eccezionale accompagnata da una canzone musicalmente e testualmente magistrale. Parte del merito va sicuramente alle doti canore di Jackman, già consumato attore di musical. Scelta decisamente perfetta quella di far interpretare Valjean a Jackman che aderisce totalmente e con ardore e passione alla parte del personaggio. Ciò che trasforma ‘Les Misérables’ in un vero capolavoro è proprio la decisione, certamente azzardata ma più che soddisfacente, di non usare il supporto del playback: sì, perché a differenza dei musical precedenti in cui si registravano le musica in studio per poi sovrapporle alla scena, in ‘Les Misérables’ è il cast a farsi interprete delle bellissime canzoni che adornano questo musical. Per la prima volta in un musical appare Russel Crowe



particolarmente intenso nei panni di un ossessionato e tormentato Jarvet. La sua prestazione canore tocca alti livelli tale che quando è in scena è molto difficile distogliere l’attenzione dal suo personaggio per concentrarlo altrove.

Russel Crowe in 'Jarvet''

Anne Hathaway in 'Fantine'

Segue, non di certo per inferiorità, candidata all’Oscar come miglior attrice non protagonista Anne Hathaway, che nella sua performance ‘I dreamed a dream’, ci regala alcuni commoventi minuti. La Hathaway interpreta i panni della sfortunata Fantine, giovane madre con una figlia a cui badare che finisce per prostituirsi per amore della sua piccola Cosette. Sognava un mondo diverso dall’inferno in cui si trova a vivere sperando ancora che il padre di Cosette, che ha talmente amato, torni da lei a vivere come una famiglia. Sicuramente il personaggio più profondo da strapparti qualche lacrima.


Vediamo poi la coppia Helena Bonham Carter e Sacha Baron Cohen, già insieme in ‘Sweeny Todd’ film di Tim Burton, che interpretano dei perfidi locandieri cinici e senza scrupoli ai quali è stata affidata la tutela di Cosette.


Helena Boham Carter e Sacha Caron Cohen
In un musical molto commovente e emozionante come Les Misérables, a loro due sono affidati gli unici momenti grotteschi di tutto il film. Va ricordato che il film non poggia esclusivamente sull’interpretazioni di questi volti noti: Molto azzeccati anche i comprimari, su tutti Eddie Redmayne nel ruolo del giovane rivoluzionario Marius e l'esordiente Samantha Barks nei panni della dolce Eponine; decisamente lodevole la sua interpretazione canora dell’altrettanto commovente ‘On my Own’. Tom Hooper mette in scena un film fatto principalmente di primi piani, ognuno diverso dall’altro grazie a una messa in quadro obliqua, scentrata, attenta a stagliare i volti sugli sfondi o a incorniciarli tra gli elementi della scenografia. Il che da origine ad un’intensità tangibile. Una produzione sontuosa attraversato da un contagioso slancio rivoluzionario. Molti critici l’hanno fortemente criticato per la lunga durata molto vicina alle tre ore che sembra aver annoiato un po’ il pubblico nella parte centrale della pellicola. Mi permetto di dissentire da questa affermazione: una minore durata del film l’avrebbe senz’altro reso povero ed estremamente sintetico, se si considera la mole e l’intensità del romanzo. Les Misérables è un musical di indubbio spessore e una tenuta emotiva impressionante. Senz'altro uno dei migliori prodotti del genere sfornati negli ultimi dieci anni.

5/5

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