venerdì 20 luglio 2012

Recensione "La lettera scarlatta"- N.Hawthorne



Inghilterra XVII secolo. Il racconto si apre con Hester mostrata al popolo di Boston, su un patibolo. È il risultato del processo che è stato intentato contro di lei per adulterio. Hester infatti ha dato alla luce una bambina, Pearl, nonostante il marito sia assente da anni dalla città. Oltre al pubblico ludibrio, Hester deve sottostare a un'altra pena per la sua colpa: deve portare sul petto una A scarlatta. Dopo mesi di prigionia Hester Prynne viene condotta sul palco della gogna e di fronte alla presenza di innumerevoli persone le viene chiesto di rivelare il nome del padre della bambina. Hester però, tenacemente si rifiuta di cedere; solo dopo 7 anni il prade della bambina, lacerato dal rimorso rivelerà la sua identità. La lettera rossa, l’ornamento da lei ricamato è il marchio che espone Hester agli sguardi della comunità, emarginandola da essi.
 
Premetto che ho comprato questo libro con tutti i propositi di leggere una vera storia d’amore per nulla banale e se a ciò aggiungiamo il fatto che mi sono lasciata completamente influenzare dal film, visto quest’inverno e amato profondamente, comprenderete forse la delusione provata dopo averlo finito. Un libro monotono e prolisso, l’autore ripete alcuni concetti che, alcune volte, si sono rivelati privi di una qualunque connessione col racconto. Le riflessioni sono sempre essenziali nei romanzi ma la ripetizione diventa poi inutile e pesante. L’unica cosa, forse, che ho apprezzato di questo romanzo è stata la caratterizzazione dei personaggi, delle loro angosce, delle loro pene e sofferenze soprattutto per quanto riguarda il pastore Dimmesdale: vengono espressi con grande maestria tutte le sue paure e i suoi dissidi interiori. Tuttavia di quest’ultimo personaggio sono rimasta molto delusa, in quanto mi aspettavo fosse così come viene descritto nel film premuroso nei confronti di Hester, che fa di tutto per aiutarla e invece si preoccupa più che altro di aver tradito Dio e non pensa minimamente alle sofferenze che patisce, la povera Hester, costretta all’umiliazione e al biasimo da parte di tutto il popolo, avendo dovuto, per giunta, passare mesi rinchiusa in una prigione. La storia di per sé è bella ma poteva essere sviluppata meglio: come ho già detto l’autore si fossilizza su concetti ed elementi che vanno un po’ fuori tema seppur più o meno pertinenti alla storia. Un classico che comunque non può mancare nel bagaglio culturale di ognuno di noi, di cui però, alla fine, resta ben poco. 

Editore:Garzanti
Voto complessivo: 3/5

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